Bisogno e desiderio

Bisogno e desiderio

Come si differenziano e come motivano. Psicologa a Cantù

Quando l'essere umano vuole raggiungere qualcosa è motivato dal bisogno o dal desiderio? Cosa sono questi due aspetti? La definizione del desiderio è resa problematica dalla sua confusione semantica con il bisogno. Se la differenziazione tra i due termini è già difficile sul piano concettuale, la loro sovrapposizione nel linguaggio comune è quasi la prassi. Nondimeno, tra desiderio e bisogno esistono tre differenze fondamentali che riguardano:

  •  il tipo di piacere che procura il loro appagamento;
  •  il loro rapporto con il funzionamento dell’apparato psicocorporeo;
  •  la natura della relazione con l’altro che essi tendono a determinare.

L’appagamento del bisogno dà un piacere che è il sollievo derivante dalla diminuzione di una tensione psicocorporea spiacevole. Scarica la tensione in superficie, evita la sua propagazione in profondità. Il bisogno implica il ritorno a uno stato precedente a quello di una tensione, una liquidazione degli stimoli che la provocano. Implica un funzionamento psicocorporeo omeostatico, centrato sulla stabilità e la costanza, che si oppone alle trasformazioni che vengono vissute come fonti di destabilizzazione. Insegue la prevedibilità, non ammette il fallimento, “ragiona” necessariamente in termini di quantità: calcola quantitativi di tensione e scarica. La persona che soddisfa il nostro bisogno funziona come protesi, si annette al soggetto bisognoso ed è assimilato. È trattato in modo impersonale: può essere usato come oggetto strumentale di scarica o eliminato se crea tensione.

La soddisfazione del desiderio è un’esperienza complessa, profonda, che coinvolge sensualmente l’intera struttura psicocorporea. Produce un piacere che deriva dalla persistenza di una tensione piacevole. Il desiderio crea una destabilizzazione, produce una trasformazione. Diffida del calcolo, della prevedibilità e della stabilità, che producono assuefazione, non disdegna l’incertezza e il rischio, tiene conto della possibilità di un suo fallimento. Crea l’interesse per il mondo. Nel campo del desiderio l’altra persona si congiunge al soggetto; è riconosciuto e rispettato nel suo modo di essere e di desiderare. La persona che desidera insegue la permanenza del suo oggetto e, al tempo stesso, evita l’assuefazione. Deve ritrovarlo sempre nella sua riconoscibile identità e scoprirlo sempre in forme inconsuete, nuove. Il desiderio è un derivato della pulsione erotica; quest’ultima non è un istinto che mira all’eliminazione di stimoli sgradevoli, ma la spinta che impegna l’intera struttura psicocorporea nella ricerca di una persistente, intensa tensione gradevole procurata dai sensi. Insomma, desideriamo ciò che ci manca: la relazione di desiderio insegue la disponibilità dell’oggetto desiderato a cui tendiamo, che inseguiamo.

E' interessante capire come per ciascuna persona siano presenti sia dimensioni di bisogno che di desiderio. Come ci si relaziona con questi due aspetti? In che misura governano la vita e spingono ad agire e relazionarsi con le altre persone?

Articolo tratto e adattato da:

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