L'ascolto, un tesoro prezioso
Psicologo a Cantù
Quando tutti parlano e pochi ascoltano, è un bel guaio. Quante volte vi siete confidati con amici e conoscenti dovendo dividere tempo e attenzioni con il discorso dell'altra persona, che alterna momenti in cui si mostra interessato alla vostra vita a momenti in cui ha la necessità di parlare di sè?
Ascoltare è un’attività che coinvolge il nostro sistema sensoriale, le nostre cognizioni, e anche le nostre emozioni e la nostra volontà. È qualcosa di diverso dal sentire, cioè dal puro e automatico percepire stimoli sonori attraverso il senso dell’udito. Si ascolta isolando quei suoni da eventuali interferenze o disturbi – tutto quello che chiamiamo “rumore”. L'arte di ascoltare prevede la totale assenza di distrazioni (se volete davvero ascoltare qualcuno, per prima cosa spegnete il cellulare), l’osservazione del linguaggio del corpo e della prossemica, e una speciale attitudine ad accogliere e memorizzare senza preconcetti qualsiasi informazione emerga, specie quelle inattese. È un tipo di ascolto che non ammette fretta, narcisismo o giudizio. Ascoltare per capire significa aiutare l’altro a esprimersi, manifestandogli vicinanza. E facendo, se serve, le domande che possono incoraggiarlo a chiarire il suo pensiero, a noi e anche a se stesso. Ascoltare vuol dire investire consapevolmente una dose di quella risorsa scarsa e preziosa che è la nostra attenzione. Connettendo ciò che si ascolta e cercando di ricavarne, poi, un senso compiuto.
Questa caratteristica dell'ascolto è tipica del colloquio psicologico in cui è possibile prendersi uno spazio e un tempo per sè, sapendo che in quel tempo ci sarà un professionista preparato ad ascoltare e a ragionare insieme su dubbi e problematiche. Non ci saranno interferenze e il terapeuta, a differenza di amici e conoscenti, non porterà all'interno del discorso i propri problemi proprio perchè nella stanza di terapia ci si concentra su ciò che porta il paziente. Si tratta di un ascolto di qualità, attento, empatico e non giudicante. È un tipo di ascolto che riduce l’ansia, l’aggressività e la propensione a essere insinceri, diminuisce la polarizzazione e accresce l’autoconsapevolezza e la percezione della complessità.
Alcuni sono convinti che ascoltare in questo modo sia un segno di debolezza, una perdita di tempo, o una pratica destabilizzante. Una quantità di ricerche dimostra che è vero esattamente il contrario: i gruppi in cui si pratica un ascolto di qualità sono più fiduciosi, soddisfatti e creativi. Questo tipo di ascolto ha una storia e pratiche consolidate. Viene utilizzato come strumento nella stanza di terapia ma viene anche incoraggiato per la soluzione di conflitti, la mediazione culturale, la pacificazione delle comunità e dei gruppi.
Talvolta è davvero prezioso che ci sia qualcuno pronto ad ascoltare, a condividere ciò che accade, per trovare insieme la soluzione migliore rispetto a quello che si sta vivendo. Per fare ciò è possibile fissare un primo colloquio.
Per approfondire il tema:
https://www.internazionale.it/opinione/annamaria-testa/2021/02/02/ascolto-attivo-regole