Quando il bambino si arrabbia

Quando il bambino si arrabbia

Come i genitori possono aiutare i figli nella gestione delle emozioni. Psicologo Cantù

Cosa sono le emozioni? A cosa servono? Le emozioni si verificano a fronte di stimoli interni o esterni che producono in noi delle reazioni caratterizzate da modificazioni fisiologiche, esperienziali e nel comportamento. Tali reazioni sono soggettive in quanto ognuno di noi può reagire in modo differente ad uno stesso stimolo. È importante tenere a mente, che tutte le emozioni sono importanti in quanto servono per la sopravvivenza fisica, psicologica e sociale. 

Un concetto essenziale per capire l'importanza delle emozioni è quello di intelligenza emotiva. Si tratta di quell'aspetto dell'intelligenza legato alla capacità di gestire in modo consapevole le proprie emozioni e quelle di coloro che ci circondano. Si tratta dell'abilità di percepire, valutare ed esprimere una emozione e regolarla al fine di promuovere una crescita personale.

Al concetto di intelligenza emotiva è fortemente legato quello di competenza emotiva, ovvero la capacità di riconoscere e nominare le proprie emozioni, comprenderle, esprimerle e regolarle in maniera equilibrata. Essa ha un ruolo centrale nello sviluppo del bambino in quanto è necessaria al fine di stabile nuove relazioni, è alla base dell'empatia in quanto ci aiuta a comprendere gli stati d'animo altrui e a modulare i nostri comportamenti nei rapporti con gli altri. La competenza emotiva è alla base per lo sviluppo di una buona autostima, in quanto saper padroneggiare le nostre emozioni fornisce un senso di fiducia e sicurezza in se stessi, data dal riuscire a fronteggiare stati emotivi spiacevoli. La competenza emotiva si acquisisce all'interno delle relazioni sociali, (a partire da quelle familiari) nel rapporto con il bambino. La famiglia, infatti, è il primo contesto in cui apprendiamo gli insegnamenti riguardanti la vita emotiva; l'educazione emotiva non opera solo attraverso le parole o le azioni dei genitori indirizzate al bambino, ma anche attraverso i modelli che essi offrono mostrando loro come gestiscono i propri sentimenti.

In che modo quindi i genitori possono "allenare" il bambino affinché acquisisca la competenza emotiva?

1) Diventare consapevole delle proprie emozioni: per poter sentire ciò che i figli sentono, i genitori devono essere in primo luogo consapevoli delle proprie emozioni, cioè riconoscere il fatto di "provare" un'emozione e identificare il proprio sentimento;

2) riconoscere in quelle emozioni un'opportunità di intimità e di insegnamento: riconoscere un'emozione negativa del proprio bambino può considerarsi un'opportunità per stabilire un legame profondo;

3) ascoltare con empatia e convalidare i sentimenti del bambino: gli ascoltatori empatici usano l'immaginazione per vedere la situazione dal punto di vista del bambino, aiutandolo a dare un nome alle emozioni che sta vivendo. "Capisco che questa cosa faccia proprio arrabbiare!";

4) aiutare il bambino a trovare le parole per definire le emozioni che sta provando: dare un nome alle emozioni ha di per sé un effetto rasserenante sul sistema nervoso, aiutando i bambini a recuperare in fretta le situazioni di turbamento;

5) porre dei limiti, mentre si esplorano le strategie per risolvere il problema in questione: dopo che avrete trascorso del tempo ad ascoltare i vostri figli e ad aiutarli a dare un nome alle loro emozioni, vi troverete ad intraprendere un processo di "soluzione di problemi" che presenta anch'esso cinque fasi: porre dei limiti, identificare gli obiettivi, individuare possibili soluzioni, valutare le soluzioni sulla base dei valori familiari, aiutare i figli a scegliere la soluzione.

I "genitori allenatori" quindi, insegnano ai loro figli delle strategie per affrontare gli alti e bassi della vita. Non si oppongono o ignorano le manifestazioni di collera, tristezza e paura dei propri figli. Al contrario, accettano le emozioni negative come un fatto della vita e lo utilizzano come opportunità per impartire lezioni di vita e costruire relazioni più strette con loro.

Quali sono i benefici di questo atteggiamento per i figli?

  • rapporti migliori con gli amici;
  • minori problemi comportamentali;
  • meno reazioni violente;
  • minore numero  di sensazioni negative a favore di maggiori emozioni positive.

È importante sintonizzarsi con gli stati emotivi del bambino, convalidandoli (anche quelli spiacevoli) senza aver paura di fare errori. Frasi del tipo "non è successo niente" o "non c'è bisogno di piangere" vengono spesso usate con l'intento di rassicurare il bambino, ma invece vanno a screditare e minimizzare ciò che il bambino sta provando, rischiando quindi di non supportarlo nella gestione dell'emozione.

Articolo tratto e adattato da:

https://www.guidapsicologi.it/articoli/allenare-i-bambini-alle-emozioni