Mindfulness
Caratteristiche, modalità e legami con la psicoterapia
Di cosa si parla quando si sente il termine mindfulness? La storia di questo tipo di pratica ha origini antiche e dislocate in varie aree della terra; nonostante queste differenze geografiche e storico-culturali, esse presentano degli aspetti simili e nel mondo occidentale la mindfulness sembra essere stata un punto di incontro tra le discipline orientali e il pensiero occidentale. In italiano è un concetto che può essere tradotto anche come "presenza mentale", "consapevolezza", "pienezza della consapevolezza della mente". In francese viene utilizzato il termine "plein conscience". Nell'antica lingua pāli si parla di "sati", ovvero di una condizione di consapevolezza della mente e del cuore. Non si tratta infatti di un'abilità cognitiva e razionale, ma di una abilità di essere che è sostenuta da un'attenzione non giudicante, non selettiva, nei confronti di se stessi e degli altri. In sanscrito il termine "smriti" va infatti ad indicare un invito a mantenersi svegli, vivi, ben radicati nelle esperienze che si stanno attraversando.
Si tratta di un tipo di consapevolezza che può essere acquisita e allenata, composta da questi elementi:
- focalizzazione: l'attenzione viene orientata in modo esclusivo verso un oggetto (che può essere il proprio respiro, un fiore, il suono della voce di una persona che ci sta parlando,...). Nel momento in cui ci si accorge che l'attenzione si è spostata dal nostro centro di interesse, si cerca di rivolgere ancora la propria concentrazione su di esso attraverso una ri-focalizzazione, cercando di avere un atteggiamento non giudicante verso la parte che si è in qualche modo "distratta";
- momento presente: l'attenzione è indirizzata a ciò che accade nel qui-e-ora, al momento che si sta vivendo nel presente, senza attuare degli spostamenti del pensiero che tende a viaggiare nel tempo e nello spazio. Come prima, se l'attenzione si sposta dal qui-e-ora si cercherà di re-indirizzare l'attenzione al momento che si sta vivendo;
- non categorizzante: vengono messi da parte giudizi, categorizzazioni e classificazioni.
E' come osservare ciò che accade nel momento attuale come se fosse la prima volta, focalizzandosi sui colori, suoni, respiri e sensazioni che si percepiscono e cercando di cogliere ogni sfumatura di ciò che si sta vivendo, allenando la mente alla sua funzione naturalmente ricettiva. La mindfulness è di grande aiuto nella quotidianità in quanto consente di rimanere nell'attenta e consapevole osservazione dell'emozione che si prova in quel preciso momento: non si reagisce, ma si sosta in essa osservandola. Come quando, sull'argine di un fiume, osserviamo l'acqua scorrere.
Esistono inoltre due modalità di praticare la mindfulness:
- modalità formale, ovvero seduti o camminando. Ci si rende conto in questo modo di quanto mente e corpo siano coordinati e strettamente collegati. Mentre il corpo è seduto in una posizione comoda, i pensieri si agitano e si muovono a volte velocemente. Si percepiscono emozioni, sentimenti, riflessioni, pensieri che cambiano e mutano a seconda del momento;
- modalità informale, ovvero l'esperienza di mindfulness in ogni gesto della quotidianità. Si tratta di un'attenzione al respiro mentre stiamo compiendo delle azioni di cui la maggioranza del tempo non siamo consapevoli, quindi di "respirare dentro l'esperienza" che si sta vivendo. Ecco un rapido esempio: quando capita di mangiare da soli, può essere utile provare a farlo in silenzio, concentrandosi sul gusto di ciò che si mangia (meglio se lentamente), assaporando il cibo. Osservare la luce che ci circonda, il modo in cui siamo seduti, se c'è qualche tensione muscolare permette di godere maggiormente del quieto contatto con noi stessi.
Sebbene la pratica della mindfulness possa essere un valido strumento per favorire lo sviluppo del benessere, non si tratta di una forma di psicoterapia. All'interno di una psicoterapia può essere utile la capacità di soffermarsi su alcuni argomenti osservandone le emozioni a essi associate, senza che queste prendano necessariamente il sopravvento. Il lavoro sulle emozioni e sui pensieri che si presentano in un dato momento è sicuramente un punto di vicinanza tra le due discipline. Rendersi conto di ciò che sta succedendo nel qui-e-ora è di fondamentale importanza sia nella pratica che nel percorso psicoterapeutico.
"Dove è l'inizio del sentiero della consapevolezza?"
"Riesci a sentire il mormorio del ruscello?"
"Sì"
"Lì è l'inizio"
Per approfondimenti:
Gherardo Amadei, "Mindfulness. Essere consapevoli". Il Mulino (2013).