Ageismo, il pregiudizio legato all'età
Psicologia Cantù
"Guarda come sta bene per la sua età". "Esce ancora". Queste espressioni sono molto comuni quando si parla di persone che si affacciano all'età anziana. Questa emarginazione sociale delle persone over 60 si chiama ageism: per definizione e significato ageismo (italianizzato) inquadra la "forma di pregiudizio e svalorizzazione ai danni di un individuo, in ragione della sua età; in particolare, forma di pregiudizio e svalorizzazione verso le persone anziane" secondo la Treccani.
Nicola Palmarini, esperto di innovazione e intelligenza artificiale, è direttore del National Innovation Centre for Ageing (Nica), l'organizzazione creata dal Governo britannico per lo sviluppo e la promozione di soluzioni innovative dedicate alla longevity economy. Palmarini sostene: "L'ageismo è una delle discriminazioni della cui magnitudine non abbiamo ancora capito nulla. Colpisce tutti, indipendentemente dalla razza, dalla religione, dal sesso, dall'orientamento sessuale, alti e bassi, magri o grassi, di qualsiasi nazionalità o lingua". In linea generale, dai 65 anni in poi uomini e donne si tramutano in un peso per società collettive e famiglie private.
"Invecchiare, che orrore. Ma è l'unico modo che ho trovato per non morire giovane" faceva dire Daniel Pennac a uno dei protagonisti della saga di Malausséne ne La Fata Carabina. Nella società occidentale, però, sembra essere vietato: siamo subissati di messaggi che dicono come l'invecchiamento vada combattuto e limitato: basti pensare alla proposta di creme anti-aging in tutte le profumerie e farmacie.
La discriminazione in base all'età è resa ancora più avversa dal genere sessuale: se gli uomini over 60 hanno ancora valore e vengono esaltati per le loro imprese post pensionamento (o addirittura perché non vogliono andarci, in pensione), le donne tendono a sparire automaticamente al raggiungimento dello status di senior, per le quali questa sottolineatura è ancora più significativa: "Già donne" è un'esplosione di sorpresa con cui si pennellano le vite delle adolescenti per sottolinearne un diventare grandi prima del tempo. "Ancora donne", con l'avverbio che collega il sostantivo a un'età specifica. Ed è quell'ancora a dare una definizione specifica, caratterizzante e discriminatoria: ancora donne dopo la pensione, ancora donne dopo la menopausa, ancora donne dopo la morte di un marito. Esaurito il ruolo di madri e mogli le donne agé sembrano essere considerate invisibili.
Per approfondimenti:
https://www.ted.com/talks/nicola_palmarini_ageism_la_discriminazione_del_xxi_secolo