Quando capita di pensare al passato

Nei periodi di solitudine e di chiusura dovuti al lockdown può capitare che il maggior tempo che si trascorre in solitudine faccia affiorare alla mente riflessioni su quanto accaduto nel proprio passato, nella propria storia di vita. Quando i pensieri riguardano soprattutto le relazioni affettive significa soffermarsi maggiormente su legami famigliari passati, amori conclusi e amicizie terminate , che possono ripresentarsi attraverso sogni, ricordi e pensieri quasi come se il tempo non fosse mai trascorso. Si scopre come l'emozione sia rimasta in qualche modo congelata nel tempo e si ripresenta con la stessa intensità e coloritura di quando quel determinato evento è accaduto. Perchè accade questo, ci chiediamo?

Possiamo inquadrare questo fenomeno come dovuto al maggiore tempo che alcune persone hanno a disposizione: mentre nella vita di tutti i giorni si è risucchiati dalla quotidianità e dagli impegni, in questo periodo può capitare che si rifletta su di sè e sulle relazioni significative della vita, sia presente che passata. Quando questo capita ci si può scoprire nervosi e irritabili, scoprendo in noi stessi dei rimpianti. Il rimpianto compare anche con sensi di colpa, vergogna e rimuginio; a questo punto diventa essenziale capire se i pensieri che si sono presentati sono indice di qualche aspetto irrisolto della propria storia di vita: il rischio di non dare spazio ai pensieri e alle emozioni emerse è che queste rimarranno in superficie e continueranno a far sentire la propria presenza. Può darsi sia necessario soffermarsi su qualche evento per elaborare degli aspetti emotivi difficili da superare. La narrazione all'interno del percorso psicologico cercherà di dare forma alle emozioni rimaste inelaborate e non integrate nella propria storia, per dare loro un significato. Così facendo il periodo di pandemia potrebbe diventare un tempo utile a riflettere su di sè per affrontare il ritorno alla quotidianità con maggiore energia, impegno, per attingere nuova vitalità.