La trappola della felicità

La trappola della felicità

Quando la ricerca della felicità diventa una prigione. Psicologa Cantù

Al giorno d’oggi, sommersi dai social che traboccano di foto ritoccate e costruite ad hoc per attrarre l’interesse degli altri, il nostro spirito comparativo è quanto mai messo alla prova. E più si è insicuri, più ci si sente minacciati dalla condizione positiva degli altri. Può capitare di pensare: “Gli altri sono felici”, “La mia vita fa schifo (perché sono sempre scontento)!”, “Possibile che non riesca ad essere felice?!” “Se vivo sempre emozioni negative, c’è qualcosa che non va in me!” Si parla recentemente di “Toxic Positivity”, ovvero “positività tossica”, alludendo a questa ricerca di felicità forzata che porta a sminuire o colpevolizzare i propri vissuti e rimandare agli altri l’idea che vivere felicemente è possibile e facile.

Sappiamo che non dobbiamo lasciarci ingannare dalle vite degli altri, non possiamo sapere cosa si nasconde dietro ad una foto pubblicata sui social. Lo sappiamo benissimo: “Non è tutto oro quello che luccica”. Quindi più che biasimarsi del motivo per cui non riusciamo ad evitare di metterci in una condizione di confronto, dovremmo esaminare un ideale al quale spesso si fa appello: quello di considerare la felicità come lo stato naturale dell’uomo.

La felicità, così come la intendiamo nel senso classico del termine, ovvero come stato di piena gioia ed appagamento, è un’emozione. Una tra tante. Non c’è nessun motivo per cui dovrebbe essere la nostra “condizione di base”. Ogni emozione di base (gioia, tristezza, paura, rabbia, disgusto, sorpresa) ha la sua dignità ed il suo preciso ruolo: tutte lavorano per noi, per garantirci un buon adattamento alla realtà che ci circonda (la paura, ad esempio, ci avverte che siamo in una situazione di pericolo, mentre la rabbia che stiamo subendo un’ingiustizia) e ci garantisce così le migliori condizioni per una buona sopravvivenza.

La felicità è solo una delle tante emozioni a cui possiamo andare incontro nell’arco delle nostre giornate e non c’è motivo per cui debba essere la sola o perdurare immutata nel tempo. La convinzione che dobbiamo essere felici (perché me lo dicono gli altri e loro ci riescono benissimo) in realtà crea la “trappola della felicità”: più rincorro la felicità come obiettivo di vita, più sarò frustrato e meno sarò felice. Se passo la mia vita ad inseguire la felicità avrò un’esistenza perennemente insoddisfatta: la felicità arriva, dura un po’, e se ne va. Perché così funzionano le emozioni, nessuna ha un particolare permesso per restare più delle altre!

Quando accade che un’emozione permane nella nostra mente e nel nostro cuore, generalmente è perchè i nostri pensieri e ruminazioni, fanno ancorare la mente a quello stato emotivo. In particolare la ruminazione è uno spiacevole stratagemma mentale che ci illude di poterci dare una risposta confortante di un evento, o una nuova visione dei fatti, ma in realtà ci lega sempre di più a quanto accaduto e rinforza, minuto dopo minuto, l’emozione provata, alimentandola. Puntualmente però, nonostante le nostre fatiche, ci ritroviamo a star male per un motivo o per un altro. E capita persino che ci biasimiamo perché non riusciamo ad essere felici (“come invece riescono tutti!”). Per arginare questo perdurare di stati emotivi sgradevoli può essere utile accostarsi alla pratica della mindfulness: una forma di meditazione che aiuta la persona a stare con le proprie emozioni e con i propri pensieri, osservandoli senza giudicare. È un valido strumento per avvicinare i propri vissuti con occhio curioso e compassionevole, che allena l’accoglienza di quello che c’è, così come è.

Concludendo: la felicità esiste, ma è uno stato momentaneo e transitorio così come la tristezza. Se arriva, inevitabilmente se ne andrà. Non perché non basta mai nulla o perché non hai fatto abbastanza. Il lavoro che si può fare è imparare a maneggiare meglio le emozioni che attraversano e abitano la nostra quotidianità, capendo cosa ci stanno comunicando e cosa significano per noi. Lavorare sulle emozioni permetterà di raggiungere uno stato di maggiore benessere e i propri obiettivi. Questo è uno degli scopi del percorso di sostegno psicologico e di psicoterapia


Articolo tratto e adattato da: 

https://www.stateofmind.it/2021/04/felicita-illusione-psicologia/