Videochiamate: perchè guardiamo noi stessi?

Videochiamate: perchè guardiamo noi stessi?

Psicologo Cantù

Passiamo molte ore al giorno impegnati in videochiamate: per lavoro, per rimanere in contatto con i nostri affetti, per passare il tempo e distrarci un po’. Capita a molte persone, però, durante le videochiamate, di passare gran parte del tempo a guardare la propria immagine invece che concentrarsi su quella degli altri. Ci siamo abituati a vederci mentre parliamo, gesticoliamo, ci concentriamo, interagiamo con gli altri. Lo schermo di una videochiamata non è solo uno specchio che riflette la nostra immagine ma una rappresentazione dinamica in tempo reale di come noi stiamo nel contesto e nella relazione. Perché non riusciamo a smettere di guardare noi stessi invece che focalizzarci sugli altri? Come mai lo facciamo?

Iniziamo dicendo che il nostro Sé e la nostra autostima si formano grazie ad esperienze individuali e sociali: la visione che abbiamo di noi stessi è co-costruita costantemente grazie a come noi stessi ci percepiamo e a come pensiamo che gli altri (famigliari, amici, colleghi) ci percepiscano e ci vedano; immaginiamo che valutazioni possano avere di noi. Si tratta di forme di rispecchiamento di sé nell’altro, di momenti intersoggettivi che servono come co-costruzione della nostra identità. Guardarsi interagire con gli altri appaga il bisogno di riconoscimento

Sentirsi oggetto dell'attenzione da parte di un'altra persona ci porta ad essere molto attenti a ciò che facciamo e alle reazioni altrui. Credere di essere sotto costante osservazione spiega molti comportamenti come l’ipervigilanza rispetto a come appariamo e cosa facciamo durante una videochiamata e, quindi, l’osservarsi ripetutamente durante queste interazioni. Mai come durante il periodo pandemico abbiamo avuto modo di apprezzare quanto la tecnologia possa essere abilitatrice e supporto di molte attività e quanto può aiutarci a rimanere in contatto, lavorare in team anche se da remoto, seguire lezioni e fare terapia online.

Siamo quotidianamente esposti alla nostra immagine di fronte a noi in tempo reale mentre interagiamo; e così come lo siamo noi, lo sono gli altri. La tendenza a focalizzarsi sulla propria immagine può essere dovuta a un insieme di fattori: la percezione di essere oggetto dell’attenzione altrui più di quanto non sia realmente, di avere maggior controllo dell’interazione e di come appariamo agli altri e di riuscire a elaborare molte più informazioni di quanto riusciamo veramente a fare.

Questo è uno degli aspetti che possono rendere faticoso lo smartworking, ma può essere anche uno spunto di riflessione su di sè: quante volte l'immagine di noi stessi dipende da come sentiamo che gli altri ci percepiscono? 

Articolo tratto e adattato da: 
https://www.stateofmind.it/2021/05/video-call-psicologia-digitale/